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GLOSSARIO TESSILE

GLOSSARIO TESSILE
A
A-JOUR Ricamo a traforo realizzato soprattutto per la biancheria in lino. Si ottiene togliendo alcuni fili dalla trama del tessuto, quindi quelli dell'ordito vengono uniti a mazzetti con un cappio formando piccoli gruppi, secondo diverse tecniche. E' utilizzato per gli orli, ma anche come motivo ornamentale per camicie femminili. E' detto 'a giorno' perché lascia passare la luce.

ALPACA E’ un animale ruminante che fa parte del genere Lama, insieme al lama ed alla vigogna. E’ diffuso in America del Sud, ed è di pelo bianco, grigio, bruno o nero; il pelo è molto lucido e soffice.

AMMORBIDENTI Sono dei prodotti ausiliari, che servono a rendere più morbido e scorrevole il tessuto o il filato.

ANTIPIEGA E’ un particolare processo di rifinitura che ha lo scopo di rendere il tessuto meno facile a sgualcirsi durante l’uso. E’ un complesso di operazioni che lavorano all’interno della fibra, modificandone fisicamente la struttura.

ARMATURA Il telaio viene preparato facendo passare i fili di ordito nelle maglie dei licci. Il movimento dei licci è comandato a telaio da un disegno chiamato anche armatura. Le armature fondamentali sono 3: taffetas (o tela), la spina (diagonale o saia) ed il raso (satin).

B
BATAVIA E’ il principale derivato dell’armatura a spina. Rappresenta il supporto sul quale vengono tessuti a riccio i nostri tappeti bagno.

BATTISTA Tela finissima di cotone o lino, che prende il nome dall’inventore.

BOZZIMA E’ composta da una serie di sostanze che, assorbite dal filo e seccando su di esso, lo ricoprono di una guaina che lo rende più resistente all’attrito contro le varie parti del telaio. La bozzima deve essere facilmente eliminabile dai tessuti, per semplice lavaggio con acqua, per cui devono essere costituite da sostanze solubili in acqua (amido, fecola di patate, colle).

BOUCLE’ Termine francese che indica un filato fantasia arricciato ed irregolare, che forma piccoli anellini. E’ usato nella lana.

BRUCIAPELO E’ un’operazione mediante la quale il tessuto, fatto passare attraverso una fiamma, perde la peluria.

C
CALANDRATURA Insieme alla pressatura, ha lo scopo di dare alle stoffe, in modo duraturo, una superficie piana, un risalto evidente e chiaro agli effetti di tessitura e di stampa ed un lucido più accentuato. Si raggiunge lo scopo sottoponendo il tessuto, leggermente inumidito, ad una forte compressione contro una superficie liscia, con il contemporaneo intervento del calore. Attraverso il calore, infatti, si otterrà una stabilizzazione del tessuto. L’operazione avviene sulla macchina detta Calandra.

CANAPA Pianta dalla quale si estrae, mediante macerazione e battitura, una fibra tessile utilizzata anche per i tessuti di uso domestico e tovaglieria.

CANDEGGIO E’ un trattamento, a base di cloro, acqua ossigenata, anidride solforosa e altri candeggianti, a cui vengono sottoposti i tessuti per renderli bianchi candidi e quindi predisporli per stampa o tintura. I tessuti della linea Naturae non subiscono questo trattamento.

CANGIANTE Si dice di un tessuto tinto in filo che, visto da diverse angolature, cambia colore. L’effetto è dato dal diverso colore dei fili di ordito rispetto a quelli di trama.

CANNETE’ Indica un tessuto a coste generalmente larghe, in cotone o altre fibre.

CASHMERE E’ il pelo della capra del Tibet. Il vello è formato da peli lunghi e setosi, di straordinaria leggerezza e morbidezza.

CHEVRON In francese significa V capovolta ed è sinonimo di spina di pesce o spighe di grano, indicando un disegno creato in tessitura o nella stampa.

CHINTZ o CINZ E’ un trattamento di finissaggio che muta l’aspetto della superficie del tessuto, rendendolo più lucido.

CIMATURA E’ l’operazione con cui si taglia la parte terminale del filo di riccio della spugna, creando un tessuto vellutato. E’ il caso di alcuni nostri accappatoi jacquard o stampati.

CIMOSSE Quando presenti nella parte iniziale e terminale dell’altezza del tessuto, hanno la funzione di chiudere i fili dell’ordito per prevenirne la sfilacciatura.

COIBENZA E’ la capacità di isolamento termico.

D
DAMASCO Tessuto creato utilizzando in genere filati di natura o di colore diverso, per ottenere un disegno con effetti di lucido e opaco, con gusto orientale.

DAMIER Termine francese. Tessuto o altro materiale che riprende la quadrettatura del gioco della dama, non necessariamente in bianco e nero.

DELAVE’ Termine francese. Indica un tessuto, soprattutto il denim (ma anche seta e altri materiali) che dopo aver subito diversi trattamenti perde il suo colore originale e assume un aspetto stinto e vissuto.

DOPPIO DIRITTO Indica un articolo in cui il tessuto di sopra e quello di sotto hanno lo stesso disegno.

DOUBLE-FACE Letteralmente “doppia-faccia”, indica un tessuto con diritto e rovescio diversi, ottenuti in tessitura o in stampa.

E
ECRU’ Indica il colore naturale dei filati o dei tessuti grezzi, cioè non trattati.

F
FELPA Stoffa di cotone o di lana, pelosa come il velluto ma più morbida. Si distingue dalla flanella per aver subito la garzatura da una sola parte.

FIANDRA

FIBRE TESSILI Sono le sostanze, prodotte dalla natura o dalla chimica, che per forma e proprietà, si prestano ad essere filate e tessute. Si distinguono in animali, vegetali, minerali, artificiali e sintetiche.

FIBRE ARTIFICIALI Alla fine del 1800 sono state create dall’uomo delle fibre non naturali ma ricavate da cellulosa rigenerata (viscosa, modal), da proteine rigenerate, dalle alghe.

FILATO Insieme di fibre che, opportunamente lavorate, danno origine ad un corpo continuo, lungo e più o meno sottile, atto ad essere intrecciato per diventare un tessuto. In base alle lavorazioni che subisce ed alle macchine utilizzate si può dividere in: filato cardato, filato pettinato, filato open-end, filato ritorto.

FLANELLA E’ un tessuto classico, molto utilizzato nell’abbigliamento, in armatura spina. Una volta garzato è caratterizzato dalla superficie uniforme e pelosa e dalla mano morbida e calda.

FINISSAGGIO E’ l’ultima fase della nobilitazione tessile. Serve a vari scopi:

il ripristino delle caratteristiche “perse” durante le precedenti lavorazioni, come morbidezza ed elasticità delle fibre;
il conferimento di nuovi effetti che il tessuto non possedeva, come la stabilità, l’idrofilia, la resistenza alla sgualcitura.

G
GABARDINE Dal francese “gabardine”. Tessuto di cotone fabbricato con filato pettinato, su armatura saia, con diagonale molto inclinata.

GARZATURA E’ un’operazione che ha lo scopo di dare al tessuto un aspetto peloso e vellutato. Oltre a dare maggiore morbidezza al tessuto, lo si modifica in modo da nascondere il filo di ordito e di trama; affinché l’operazione dia il risultato sperato senza sfibrare il tessuto, occorre utilizzare un filato soffice e con poca torsione, più adatto ad essere garzato. Subiscono questa operazione le nostre flanelle (3 passaggi su entrambi i lati) ed i plaid di cotone.

GREGGIO E’ il tessuto che esce dai telai. Una volta eliminata la bozzima, verrà preparato per la stampa, la tintura o la confezione.

I
IMBOZZIMATURA E’ l’operazione alla quale viene sottoposto il filo prima di essere tessuto. Il suo scopo è quello di rendere tali fili più resistenti all’usura che sopporteranno a causa delle sollecitazioni meccaniche dei telai ed allo sfregamento con gli altri fili. I fili di ordito, quindi, vengono trattati con la bozzima, da cui il nome del processo.

INDANTHRENE La tintura e la stampa indantrene, dette anche stampa al tino (per il tipo di procedimento) hanno la caratteristica di portare ad una solidità tale da garantire che i prodotti così realizzati possano subire l’aggressione anche di sostanze chimiche e disinfettanti, senza perdere le proprie caratteristiche iniziali; hanno inoltre la più alta solidità alla luce ed al sole. La tintura avviene con questo processo: il colorante viene reso solubile, in modo da farlo penetrare nelle fibre; la successiva ossidazione rende insolubile la molecola che si viene a formare, rendendone così impossibile la fuoriuscita del colorante, che resta così legato in modo permamente. Per queste caratteristiche, quindi, questo metodo viene utilizzato per i colori più complessi, in particolare scuri e scurissimi. E’ quello che facciamo noi per le tinte unite sia di tela che di spugna.

J
JACQUARD Sono denominati jacquard tutti i tessuti la cui superficie è decorata con motivi ottenuti tramite l’intreccio dei fili di tessitura. Il nome deriva dal nome dell’inventore del telaio sul quale i tessuti vengono realizzati, il francese Jean Marie Jacquard.

JERSEY Nome che deriva dall’isola inglese, sta ad indicare un tessuto a maglia, realizzato su telai circolari.

L
LAMBSWOOL In inglese lana di agnello.

LINO Con questo nome si designa sia la pianta che la fibra tessile che da essa si ricava, tramite macerazione. Il filato che si ottiene può avere vari toni di colore naturali; il migliore è bianco-grigio lucente, molto tenace e morbido al tatto.

LYCRA Creata dalla multinazionale Du Pont, fa parte della famiglia dei filati elastomeri, e, come tale, è costituita per l’85% da poliuretano.

M
MAKO o MACO’ Qualità pregiata di cotone egiziano

MACRAME’ Merletto pesante costituito da una serie di fili, nodi e cordoncini intrecciati che ne disegnano il motivo. Si usa come passamaneria.

MANO La sensazione tattile che un tessuto lascia alla mano che lo tosca. Ovviamente è soggettiva. Si parla quindi di mano morbida, cascante, ruvida, e così via.

MATELASSE’ Tipo di tessuto caratterizzato da una superficie a rilievi e rigonfiamenti irregolari. Il matelassè classico era eseguito a due tele sovrapposte, ed il rilievo era assicurato dall’uso di trame di imbottitura.

MERCERIZZATO Cotone sottoposto ad un particolare trattamento a base di soda caustica, al termine del quale assume un aspetto più lucente. Prende il nome dall’inventore del processo, J. Mercier. E’ mercerizzato il filato utilizzato nel cesello della spugna Mille o Green, ad esempio.

MICRONAIRE Unità di misura delle finezze delle fibre tessili. Un micron corrisponde ad un millesimo di millimetro.

MODAL E’ una fibra artificiale che ha origine da cellulosa rigenerata. Detta anche fibra ad alto modulo a umido, il modal ha voluto riprodurre le elevate proprietà meccaniche ed elastiche ad umido caratteristiche del cotone, che sono all’origine di notevoli doti di “mano” e di stabilità dimensionale, proprie dei tessuti di cotone. In tal modo è stato possibile sommare alla resistenza ai lavaggi del cotone, il pregio della resistenza ai finissaggi delle fibre cellulosiche artificiali.

MOHAIR Pelo soffice, lungo e lucente di capra d’angora, classificato per la sua morbidezza e proprietà come lana. La stoffa mohair è morbida, a pelo coricato.

MOIRE’ In italiano “marezzatura”. Un tempo molto richiesto, è una modificazione controllata della struttura superficiale del tessuto, così da cambiarne il comportamento alla luce riflessa. Il tessuto assume un aspetto caratteristico che può essere paragonato alle venature del legno.

MUSSOLA E’ un tessuto molto leggero, realizzato in cotone, seta o lana. Il nome trae origine dalla città indiana di Mossul. L’armatura è quella della tela, ma vengono utilizzati filati pettinati e più fini.

O
OPEN-END E’ la tecnologia con la quale viene realizzata la gran parte dei filati utilizzati nella biancheria per la casa. Negli anni ’60, nella ex-Cecoslovacchia, fu brevettato un processo che consentiva di ottenere un nuovo tipo di filato, saltando alcune fasi della filatura cosiddetta tradizionale o “ring”. Si ottiene in modo continuo e diretto il filato,partendo da nastro di stiratoio, con tecniche diverse da quelle tradizionali.

ORDITO L’insieme dei fili che formano la lunghezza della stoffa.

ORGANZA Tessuto ad intreccio tela, sottile, molto leggero e trasparente. La struttura assomiglia alla mussola, ma è caratterizzato da una mano rigida, conferita con uno speciale finissaggio.

OXFORD Tessuto di cotone utilizzato per la camiceria. L’intreccio è ottenuto con filati di trama bianchi incrociati con l’ordito di altro colore, determinando un caratteristico disegno con effetti rigati o quadrettini.

P
PELLE OVO Mussola finissima di cotone o di seta, simile alla pelle dell’uovo per aspetto e colore, è molto usata per la biancheria intima.

PERCALLE Tessuto ad armatura tela, di peso medio, simile al madapolam, ma realizzato con filati più fini, e struttura più serrata (cioè con più fili al centimetro). Il nome ha origini persiane.

PETTINATURA Nella fase della filatura, la pettinatura viene fatta allo scopo di selezionare e pulire a fondo le fibre, estraendo dalla massa quella corta, le impurità ed i neps che la carda non è riuscita ad eliminare. La fibra che passa questa fase darà origine al pregiato filato pettinato.

PIQUE’ o PICCHE’ Dal francese. E’ un tessuto caratterizzato da fossette e depressioni su una delle sue facce. L’effetto è ottenuto mediante una depressione prodotta nel tessuto da una catena supplementare, fortemente tesa, che passando sulle trame le obbliga ad abbassarsi in quel punto e formare un incavo.

POPELINE Dal francese. E’ un tessuto leggero e fine, in origine di lana, destinato esclusivamente al Papa. Attualmente indica qualsiasi tessuto sia costruito con un ordito più fine della trama (in genere ordito di seta e trama di cotone o lana, oppure dove la riduzione dell’ordito sia due o tre volte superiore a quella della trama.

PURGA Operazione mediante la quale il tessuto viene preparato alle operazioni di tintura, stampa e finissaggio. La purga elimina, utilizzando soda caustica e tensioattivi, le sostanze grasse dal cotone, aumentandone il grado di idrofilia.

R
RAFIA Fibra naturale ricavata dalle giovani foglie di una palma che cresce nell'Africa orientale, da cui si ricava anche una fibra tessile. Viene utilizzata per realizzare accessori estivi e per altri lavori d'intreccio. Di moda fra gli anni '50 e '60.

RAMEUSE Macchina utilizzata per asciugare il tessuto, fissarne la stabilita', termofissarlo e apprettarlo.

RASO Particolare tipo di intreccio che dà al tessuto un aspetto lucido e liscio.

RITORTO Si dice di filato a due o più capi.

S
SAIA o SPINA E’ un’armatura che si caratterizza per la presenza di nervature diagonali. Il tessuto che si ottiene ha un diritto ed un rovescio; essendo meno legato rispetto alla tela, produce tessuti più sciolti, morbidi e con maggior drappeggio.

SANFOR Si dice di un tessuto “sanforizzato” quello che ha subito un processo di sanforizzazione, dal nome del suo inventore, l’americano Sanfor. Consiste in una serie di operazioni che ne fissano le dimensioni e ne evitano il restringimento durante l’uso.

SINTETICHE Fibre tessili ottenute attraverso processi chimici di sintesi, sulla base di diverse materie, tra cui essenzialmente i sottoprodotti delle distillazione del carbone e del petrolio. Si producono sotto forma di filamento continuo o di fiocco. Tra esse la più utilizzata nella biancheria (come imbottitura o come filato per tessuti speciali) è il poliestere.

SPUGNA Tessuto realizzato dall’intreccio di 3 fili: ordito di fondo, ordito di riccio e trama. L’ordito di riccio può lavorare su una faccia del tessuto (e parleremo quindi di monospugna) o, più normalmente, su entrambe.

STAMPA La stampa è un processo che permette di realizzare disegni, scritte o in generale creazioni artistiche, spesso raffinate e sempre nuove, sui tessuti. Si realizza applicando sul tessuto della pasta da stampa di coloranti o di pigmenti. Seguono una o più fasi di trattamento fisico e chimico, che hanno il compito di fissare la sostanza colorata sul tessuto. In base all’applicazione la stampa si divide in:

stampa diretta o in applicazione;
stampa per corrosione;
stampa a riserva.
Nel caso della lavorazione si parla di:

stampa piazzata o a quadro (detta anche stampa manuale o manomacchina);
stampa a cilindro.

T
TAFFETAS Sinonimo di tela.

TELA E’ l’armatura più semplice e di massimo intreccio dei fili di ordito e di trama, che si possa impiegare per fabbricare tessuti di qualsiasi fibra. Varia per il titolo dei filati utilizzati e per il numero di fili/battute al centimetro, che ne variano sensibilmente il comportamento (restringimento) e la mano.

TINTURA Nella fase di tintura modificheremo l’aspetto del tessuto, passando dallo stato “greggio” alla tinta desiderata.

TITOLO Rappresenta in sostanza la finezza del filato utilizzato; il titolo, detto Ne (numero inglese, english number) si ricava calcolando il rapporto tra peso e lunghezza dei filati. Più questo numero è alto, più il filato è sottile, e quindi pregiato.

TONO SU TONO Si dice di tessuti, fantasie, filati ecc. quando vengono accostati a tonalità dello stesso colore, ma con sfumature diverse.

TRAMA Insieme dei fili che corrono perpendicolarmente a quelli di ordito e che, intrecciandosi con essi, daranno vita al tessuto.

TWILL Sinonimo di saia.

V
VELLUTO Tessuto il cui diritto è caratterizzato da una superficie di peli fitti e morbidi. Può essere in cotone, seta, lana e in altri materiali liscio o a coste. Lo si ottiene da un tessuto simile alla spugna, rasando tutti gli anellini della superficie esterna. Già conosciuto nel Medioevo percorre la storia del costume vestendo i ricchi e i potenti. Nell' '800 era destinato soprattutto agli abiti da sera femminili, oggi è utilizzato indifferentemente per capi sportivi ed eleganti, maschili e femminili.